La
basilica della Madonna Addolorata in Acqui Terme
La Basilica della Madonna Addolorata è sempre stato un punto di riferimento
per gli acquesi.
La sua storia, molto travagliata, ha sempre visto emergere la volontà di
conservarla come un bene prezioso per la comunità dei credenti e per tutta la
città.
Visto che ultimamente la
Basilica è stata interessata da alcuni interventi
migliorativi e visto che esistono proposte progettuali soprattutto per quanto
riguarda uno dei principali problemi, quello del riscaldamento, L'Ancora
ripercorre un po' la storia della Basilica, offrendo ai lettori anche cenni
sommari sugli elementi architettonici che la costituiscono, con particolare
riferimento ai cambiamenti avvenuti nel tempo, fino allo stato attuale.

Qualche cenno di
storia
La Basilica di San Pietro- Addolorata è senz'altro il più insigne ed
antico monumento esistente nella città di Acqui Terme. Pur avendo subito un restauro pressoché
totale, resta ancora una delle più importanti testimonianze sul come era
l'antica città, trattandosi probabilmente di una Basilica
"fuori le mura".

Strutturalmente, poche sono ormai
le tracce architettoniche che possono portarci ad una sua cronologia, dalla
fondazione fino ai nostri giorni, tali e tanti sono stati gli interventi che
essa ha subito.
Moltissimi sono gli storici che hanno tentato la stesura di una storia e si può
affermare che tutti sono ricorsi all'esame di documenti e testimonianze
reperiti nell'archivio vescovile; la cronologia di fatti e la successione di
Vescovi hanno dettato le fasi attraverso cui è passata la Basilica.
Riguardo alla sua fondazione, "nulla è certo" come
afferma l'architetto Vittorio Mesturino.

In estrema sintesi queste le date
riguardanti l'edificio:
- primi
secoli d.C.: probabile esistenza di un cimitero
cristiano
- 323-328: San Maggiorino primo Vescovo che
viene sepolto in San Pietro e poi trasportato nella nuova cattedrale.
- 448: una lapide ritrovata nell'anno 1753,
mentre si rifaceva il pavimento della chiesa di San Pietro; essa riportava
il nome del Vescovo Ditario, vissuto sotto il
Consolato di Dinamio nell'anno 448.
- 461: a queste opere grandiose può aver
contribuito anche il Vescovo San Tito, il quale è ricordato dalla tradizione
e da un affresco del sec. XV.
- 595: il vescovo Primo edifica nell'anno 595 la
chiesa di piccola struttura fuori dalle mura,
sotto il titolo di San Pietro; Agilulfo, re dei Longobardi, amplia larghissimamente in seguito all'apparizione degli
Angeli all'epoca della consacrazione dell'altare.
- 890: riscontro di donazioni al vescovo Bodone per la chiesa di San Pietro. Da ciò si deduce
che nel IX secolo la
Basilica aveva raggiunto il suo
compimento costruttivo.
- 891 / 978 / 996: documenti esistenti
nell'Archivio vescovile, comprovanti l'esistenza di San Pietro come
Cattedrale.
- 983-1018: il Vescovo Primo fu il primo prelato
ad essere sepolto nel nuovo Duomo, da lui iniziata l'edificazione.
- 996: risultano donazioni dei marchesi
Guglielmo e Riprando per fedeltà all'imperatore
Enrico 111, avvallando edificazione della chiesa e la costruzione di una
casa per i Canonici.
- 1023-1033: il Vescovo Dudone
trasporta i canonici dalla chiesa di San Pietro nella nuova Cattedrale e
pone in San Pietro dei Monaci Benedettini.
- 1034-1070: il Vescovo Guido termina
l'edificazione, con la consacrazione della nuova chiesa Episcopale.
- 1675-1721: il Vescovo Antonio Gozani divide la chiesa di San Pietro, in due parti,
dedicando una parte a Maria Vergine Addolorata e l'altra restante a S. Pietro.
- 1783: il Cardinale Tommaso Ghilini
fa una contestazione per l'Orto San Pietro, divenuto per il suo stato di
abbandono sito di pubblico passaggio.
- 1842: durante dei lavori di adattamento della
chiesa a spazi per uso commerciale, nella zona presbiterale viene scoperta una tomba e varie lapidi; le parti delle
navate laterali e absidale risultano di proprietà di privati.
- 1896: nel presbiterio viene
ricavata la sede del circolo Socialista.
- 1920: con l'interessamento del rettore don
Antonio Ivaldi, sussidiato dal Ministero, vengono acquistate le parti della chiesa ad uso
privato.
- 1925: primi convegni e lettere riguardanti il
progetto di restauro con progetto e direzione dell'architetto Vittorio Mesturino e del soprintendente ing. Cesare Bertea.
- 1927-1965: iniziano e proseguono i lavori di
ricostruzione della chiesa.
- 1968, lavori straordinari:
scala esterna (i gradini in cemento furono ricostruiti con blocchi di
granito donati dal Comune; impianto riscaldamento; nuovo locale interrato
(il locale, di circa 15 x 3
metri, in parte adibito per la centrale termica e
il resto a sacrestia); intercapedine per risanare il muro.

L'aspetto della basilica
prima e durante i lavori iniziati negli anni 20
La chiesa tra ieri e oggi
La basilica di San Pietro, a
sviluppo lineare a tre navate, presenta la tipologia dell'arte romanica con
strutture originarie, riferite all'abside ed alle strutture portanti della
navata centrale; le parti della facciata e dei prospetti laterali, comprese le
navate laterali, con le relative absidi, sono dovute
invece a ricostruzioni del secolo scorso.
Dalle opere di trasformazione eseguite negli anni 1930, su progetto di
ricostruzione e restauro dell'architetto Vittorio Mesturino,
sono emersi lavori che riguardavano la navata centrale e quella sinistra;
mentre negli anni 1950/1960 la navata di destra.
Altri lavori significativi, realizzati negli anni intorno al 1968/70, sono la
realizzazione della mensa con relativa pedana, gli altari laterali presenti
nelle due absidi e le balaustre; negli ultimi anni si è intervenuto a livello
di tinteggiatura interna della chiesa e manutenzione ordinaria della medesima.

La basilica si
trova ad un dislivello inferiore, pari a 200 cm rispetto al piano della piazza
circostante esterna; la chiesa si sviluppa in longitudine in otto campate con
pilastri a forma rettangolare e con angoli smussati; le navate si trovano ad
una quota inferiore di due metri rispetto al livello della strada; la zona
presbiterale della navata centrale si trova ad un dislivello superiore rispetto
all'aula, pari a 102 cm;
le zone delle navate laterali si sviluppano nella parte terminale con una quota
di 48 cm
e successivamente di 97 cm
dove sono localizzati due altari; la zona absidale risulta ancora ad una quota
superiore rispetto alla zona presbiterio, pari a 132 cm; la mensa è collocata
tra la 6ª e la 7ª campata con un dislivello superiore pari a 150 cm .

La
pavimentazione risulta in mattonelle tipo gres, di forma rettangolare, con
sistemazione sfalsata per la zona della navata centrale e di quelle laterali,
oltre alla zona del presbiterio; pavimentazione dell'abside nella navata
sinistra è in marmo, quella di destra è parte in battuto di cemento e parte in
pietra serena; la zona absidale centrale è in battuto di cemento molto grezzo.
La sacrestia è localizzata a metà della navata laterale, sul lato destro della
basilica, ad una quota inferiore all'attuale livello del pavimento e sotto il
piano calpestio della piazza; adiacente è il locale caldaia.
Nuovi progetti per l'Addolorata
Per quanto riguarda l'oggi, esistono proposte progettuali,
di diverso ordine.
Una proposta progettuale nasce dalla necessità di intervenire sull'impianto di
riscaldamento, attualmente ad aria con bocchette di emissione e assorbimento
dell'aria a livello pavimento delle navate laterali, prospicienti ai gradini
della zona presbiterale, poiché il suddetto impianto si è collassato di
recente.
Tra le soluzioni prospettate da citare l'installazione di un dispositivo a
pavimento sfruttando l'altezza degli scalini presenti, per
cui si innalzerebbe il piano di calpestio della navata, pari ad uno
scalino, senza intervenire sull'attuale pavimento e provocare eventuali scavi.
Di altro genere è un'altra ipotesi progettuale che riguarda la zona
presbiterale.
Si proporrebbe di arretrare di una campata gli attuali scalini di accesso alla
zona presbiterale, sia per la navata centrale che per quelle laterali,
uniformando la quota del presbiterio, anche nella zona absidale, il che
comporterebbe lo spostamento dell'organo, posizionato a ridosso dell'abside
centrale, nella tribuna presente in controfacciata.
Questo intervento permetterebbe una migliore distribuzione dello spazio
presbiterale, secondo i canoni dell'adeguamento liturgico, che sarà affrontato con un progetto a sé.

In considerazione di questa seconda ipotesi progettuale sono già state
apportate alcune modifiche, nel rispetto delle nuove norme sull'adeguamento
liturgico, con l'abbattimento prima della balaustra che delimitava
l'accesso frontale al presbiterio quindi la sostituzione dell'altare precedente
con una semplice mensa, non più elevata su tre gradoni, ma su una pedana.

La facciata attuale e gli ultimi interventi sul presbiterio:
balaustra e altare su tre gradoni; altare su tre gradoni senza balaustra; il
nuovo presbiterio.